Handiplage

di Diletta Cicoletti*

IMG_2087Per sfuggire alla pioggia torrenziale di questo mese d’agosto abbiamo fatto tappa a Menton, ridentissima località subito dopo il confine ligure di Ventimiglia. Qui abbiamo un appoggio, ma c’è una folla notevole di torinesi e milanesi che hanno negli anni acquistato appartamenti lungo tutta la passeggiata. Edilizia anni 60-70-80-90: un vero affare che ha cambiato i connotati di quel tratto di costa azzurra, almeno a vedere le foto-cartoline d’epoca collocate un pò ovunque.

Cerchiamo un posticino di solito nella parte di spiaggia dove c’è anche il servizio Handiplage: è il servizio dedicato alle persone con disabilità che in questo modo hanno un supporto per fare il bagno in mare, un aiuto per essere cambiati e asciugati, un pò di ristoro e tutto l’occorrente per godersi il sole. Siccome le “spiagge” sono sassose c’è una passerella, che noi usiamo per il passeggino, che riduce notevolmente ogni difficoltà di accesso al mare.

Che cos’è handiplage

Naturalmente la mia curiosità da ricercatrice mi ha spinto a saperne di più su handiplage, servizio che ad oggi non mi risulta esista in Italia, ma per favore correggetemi se sbaglio. Forse sarà anche perchè le nostre spiagge sono sabbiose e facilmente accessibili (penso alla riviera adriatica o a quella tirrenica), comunque non mi risulta che ci sia una opportunità simile.

Be’ in Francia Handiplage è diventato il marchio delle spiagge accessibili, significa che l’associazione analizza secondo criteri stabiliti le spiagge e decide se dare il bollino di spiaggia accessibile e quanto, offre il servizio gratuitamente, quindi dà una gamma di informazioni complete a chiunque voglia accedere a quella spiaggia. Le spiagge sono etichettate in base al tipo di disabilità per le quali sono accessibili (motoria, sensoriale, mentale…).

Traduco letteralmente dal sito di Handiplage:

“Idea ingegnosa, di cittadinanza e poco costosa per i comuni che, all’epoca, l’hanno ampiamente sostenuta su tutto il litorale francese, visto che già 50 comuni si sono attrezzati. L’associazione handiplage conta 128 aderenti, noi li informiamo sulla creazione di nuovi siti Handiplage e noi rispondiamo alle loro domande se hanno bisogno di informazioni”

L’associazione è aperta, ha una serie di partner e lavora con il dipartimento del turismo perchè ha l’obiettivo di espandere il più possibile l’accessibilità alle spiagge del litorale francese, che comunque già oggi sembra ad un ottimo livello.

Francia

Sì, avete visto bene, sono accessibili anche le spiagge dei fiumi…

Le attività di Handiplage

Tutto è molto organizzato e i ragazzi e le ragazze di Handiplage sono gentili e soprattutto molto preparati. Anche fisicamente.

Accompagnano a fare il bagno anziani, giovani, donne, uomini, persone che hanno problemi motori, colpiti da ictus oppure che hanno subito incidenti. Anche ragazzi che si sono rotti una gamba e da soli non riuscirebbero ad entrare in acqua. Li accompagnano in acqua con le Handibike oppure con un sostegno di altro tipo e galleggiano in tutta sicurezza, con l’aiuto di salvagenti, braccioli, o sostegni galleggianti più robusti, potendo godere dei benefici dell’acqua del mare. Poi risalgono in spiaggia e vengono aiutati a risciacquarsi e rivestirsi, gli viene offerta una bevanda, la possibilità di andare in bagno e di stare a sonnecchiare all’ombra o al sole vicino ai ragazzi, per ogni evenienza. Non ci sono badanti, non ci sono assistenti altri in quel momento se non i ragazzi di handiplage. La famiglia partecipa facendo insieme il bagno, accompagnando il proprio caro e tutto diventa più distensivo, rilassante. Piacevole.

Insomma mi è venuta voglia di andare a sbirciare le altre spiagge Handiplage: vi lascio il link e lascio a voi ogni considerazione, la prima è: non ci sono solo le spiagge sassose…

Ma il mio pensiero corre al prossimo Expo2015: riusciranno i nostri eroi a far vivere l’esperienza Expo anche a chi non è proprio agile e con i riflessi pronti? Perchè per pensare all’accessibilità non serve immedesimarsi nelle persone con grave disabilità, basta pensare di avere un passeggino, una sciatica, un male alla gamba o un abbassamento della vista (per esempio in allattamento succede spesso). Ma se ti immedesimi in una persona con grave disabilità allora capisci meglio e subito quanto siamo incivili e arretrati nell’affrontare il tema delle barriere architettoniche, che sì allora sono più che altro barriere culturali e mentali.

Per cui forza con ascensori, passerelle, mezzi pubblici di superfice accessibili e anche, perchè no, APP dedicate alla mobilità! Ma fate in fretta, a parte Expo sono anni e anni che si aspetta…

*Ricercatrice, consulente, formatrice e blogger. Redazione di PSS e di Scambi di Prospettive.

 

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