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Parziale fenomenologia dell’educatrice (femmina)

di Irene Gallina*

 

Introduzione

Da decenni, in gran parte del mondo, viene ridiscusso il ruolo della donna nella società: prima con la sola rivendicazione di diritti come il suffragio universale, il divorzio, l’aborto, poi con l’elaborazione di teorie che fondino e accompagnino la lotta. L’evoluzione del discorso intorno al ruolo della donna ha visto il passaggio dal femminismo di separazione, che si allontana dal rapporto con il genere maschile, al femminismo intersezionale, che al contrario inserisce la lotta per i diritti delle donne all’interno del più ampio spettro dell’oppressione: le persone nere, quelle lgbtqia+, le donne, le persone con disabilità e con disagio psichico, le persone povere e quelle grasse subiscono tutte le stesse dinamiche di colpevolizzazione ed esclusione. Il femminismo intersezionale fornisce teorie e strumenti utili non solo alla lotta sociale, ma anche ad analizzare e interpretare la realtà con schemi differenti da quelli tradizionali, perché si concentra sulle dinamiche relazionali e sociali piuttosto che sulle caratteristiche degli oppressi o dei singoli gruppi sociali. Anche sul fronte clinico e su quello educativo l’intersezionalità potrebbe quindi costituire un approccio analitico e relazionale che purtroppo non è ancora stato esplorato a sufficienza. Sembra, anzi, che il contesto dei servizi alla persona sia isolato rispetto ai cambiamenti culturali che avvengono – seppur lentamente – nel resto della società. Basti pensare a quanto poco ci si formi e interroghi sulle modalità con cui le questioni di genere agiscono sulle relazioni educative, in un mondo che invece sta imparando a separare il ruolo genitoriale dal sesso biologico. O a come la maggior parte dei servizi educativi ignori la spinta pratica e teorica proveniente dall’attivismo delle persone con disabilità. Continua a leggere

Sostenere il genere meno rappresentato nell’editoria: motivi e modalità

di Eleonora Maglia*

Il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, istituita dall’Unesco nel 1996 per ricordare l’utilità dei libri e il contributo che gli autori possono offrire al progresso culturale e sociale, assicurando strumenti di informazione e di apprendimento indispensabili anche per superare le incertezze e la precarietà dell’epoca moderna. La data simbolo scelta è un omaggio a tre grandi scrittori Cervantes, Shakespeare e de la Vega, scomparsi appunto il 23 aprile del 1616 e, annualmente da oltre 25 anni, è l’occasione per molte iniziative culturali che si snodano nelle settimane precedenti e anche successive. Continua a leggere

Beni necessari o di lusso?

di Eleonora Maglia*

 (ANSA) – ROMA, 2 DIC – L’Iva passa dal 22% al 5% per gli assorbenti compostabili o lavabili

 

Il lancio Ansa riportato in apertura ha informato di come il dibattito sulla Tampon Tax (che si è avuto in Italia in occasione del Decreto Fiscale) si sia risolto di fatto con un nudge[1] indirizzato alle consumatrici e volto a promuovere lo spostamento delle scelte di acquisto verso prodotti certamente eco-friendly ma ancora poco diffusi sul mercato e quindi difficili da reperire (sono oggetto di una distribuzione selettiva o esclusiva).

Partendo da ciò, in questo articolo, attraverso un’analisi dal punto di vista economico del tema, si vuole informare sul perché non è marginale dibattere riguardo una diminuzione della tassazione per gli assorbenti. Continua a leggere

Cambiamo il lavoro? Nuove energie all’opera

 di Eleonora Maglia*

Qual è la situazione attuale delle donne al lavoro? Sul tema, la letteratura scientifica, le rilevazioni statistiche e le esperienze biografiche ci parlano di percorsi esistenziali complessi, che richiedono abilità personali di pro-attività e competenze strategiche di bilanciamento. Il gap di genere infatti si rileva già all’ingresso nel mercato del lavoro, poi nel momento della retribuzione e, infine, anche nel corso dei tentativi di carriera. Continua a leggere

Passare all’azione, anche nello sport

di Eleonora Maglia*

Perché praticare uno sport? Perché lo sport fa bene a tutto. Migliora la salute, favorisce l’inclusione e rende anche sostenibile il sistema sanitario nazionale, dato che secondo il Ministero della Salute (2017) un aumento dell’attività fisica determinerebbe un minor costo di -2.331.669.947 euro nelle prestazioni ambulatoriali, ospedaliere e farmacologiche.

Svolgere un’attività sportiva (non necessariamente in modo agonistico o professionistico) educa il corpo e la mente ad una maggiore resilienza ed è uno strumento centrale anche nei progetti terapeutico-riabilitativi e nella reintegrazione sociale di persone con disabilità. Inoltre, come una sorta di lingua franca, lo sport offre anche opportunità di inserimento e sincronizzazione nelle società di adozione per gli immigrati. Continua a leggere