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Pessimo servizio ai temi sociali da parte della TV

di Andrea Pancaldi*

Tra cinema (Harold e Maude), televisione (Giovanna, la nonna del Corsaro nero alla TV dei ragazzi negli anni ‘60) e fumetti (nonna Abelarda) il personaggio della vecchietta arzilla, magari col Winchester in mano a tenere a bada i prepotenti dei film western, è sempre esistito. Per certi versi è riapparso nei giorni scorsi sulle TV nostrane.

Ha fatto ovviamente notizia la “fuga” da una RSA di una anziana ed arzilla signora che, stando alle cronache, non potendone più della vita in quella struttura e volendo la sua libertà, se n’è fuggita al mare in treno col suo deambulatore, andando alla ricerca dell’albergo dove trascorreva le vacanze estive da ragazza, che ora non esiste più, e trovando accoglienza, anche gastronomica, presso la locale parrocchia. Il caso e i suoi ingredienti (prigione/evasione, deambulatore/treno, minestrina/succulenta cena, genitore che si ribella ai figli e non viceversa…) non può che evocare simpatia e soccorrere in parte le paure, alcune inevitabili, altre che dipendono da elementi del  contesto:  vecchiaia, non autosufficienza, strutture anonime dove l’organizzazione prende il sopravvento sulle relazioni, eventuali rapporti famigliari deteriorati o comunque complicati e relative solitudini. Continua a leggere

Immigrazione, “disumanizzazione” e professioni sociali e sanitarie

di Alessandro Bono

Immigrazione e sentire comune

Sembra oramai un fatto accettato che la maggioranza dei nostri connazionali abbia acquisito schemi mentali per cui gli immigrati che sbarcano in Europa siano “invasori”, in genere nullafacenti, pericolosi, atti a delinquere e giungano nel nostro Paese per sottrarre diritti agli italiani. Basta entrare in un bar, salire su di un autobus o anche purtroppo confrontarsi con conoscenti amici e colleghi per recepire come in sostanza vengano considerati esseri “non umani” (si consenta l’estremizzazione) e privi di diritti (compresi i bambini che fino a pochi anni fa venivano comunque “salvati” da questi discorsi giudicanti).

Si chiede che le persone immigrate rimangano a casa loro e non vengano ad “invadere” le nostre terre, trascurando il fatto che noi “a casa loro” (Africa e non solo) ci andiamo eccome da secoli per importare forza lavoro gratuita (gli schiavi), per l’oro, il petrolio, i diamanti, il cobalto, le nuove colture alimentari imposte e per vendere armi e così via. Continua a leggere

Vengo anch’io!

giano bifronte2di PierLuigi Emesti*

L’autore di questo post ci propone un’analisi, necessariamente incompleta, relativa alla vicenda della ragazza che non è andata in gita. Voi cosa ne pensate? Aspettiamo i vostri commenti e nuovi post!

“Legnano: disabile esclusa dai compagni di classe , il Ministero interviene e blocca la gita”

“Legnano, ragazzina disabile rinuncia alla gita :”Tam tam su whatsapp, nessuno la vuole in camera”

Questi i titoli di due articoli apparsi sui giornali che mi hanno fatto indignare.

Poi ho letto gli articoli e ho cercato anche di ricostruire una storia che non è stata scritta, una storia tutta da chiarire. Continua a leggere

Disabilità e sessualità. Oltre il dibattito sulla assistenza sessuale

di Andrea Pancaldi *

pancaldiDa oltre un anno negli organi di informazione dell’area disabilità, quelli on line essenzialmente, in special modo i social network, e su numerosi media tradizionali (quotidiani, agenzie stampa, riviste e settimanali) tiene banco, rispetto al tema più generale del rapporto tra disabilità e sessualità, il dibattito sulla controversa figura dell’assistente sessuale per disabili (AS) e relativo disegno di legge presentato pochi mesi fa.

Mediaticamente la proposta dell’assistente sessuale la fa ovviamente da padrone unendo una “battaglia” che viene definita “di civiltà” alle sollecitazioni potenti che evoca una figura che “mette le mani addosso” alle persone disabili, spingendosi fino ai confini, e in alcune dichiarazioni oltre, del vero e proprio rapporto sessuale. Per i media una miscela di estremo interesse anche perchè sottende possibili, e per ora fortunatamente non emerse, contrapposizioni ideologiche tra cattolici e laici, tra “bacchettoni” e radical chic, tra associazioni di possibile diverso parere.

In questo sintetico contributo non entriamo nel dibattito su si, no, forse dell’assistente sessuale, ma ci limitiamo a dare alcune indicazioni di lettura per permettere di farsi un’idea in generale del tema disabilità e sessualità (che non ha niente di diverso dai cosiddetti normodotati) e per affrontare il tema specifico dell’AS tra chi lo vede come un diritto, una battaglia di civiltà, una strada necessaria per chi ha livelli assenti di autonomia e chi invece sottolinea i rischi, le contraddizioni, i pericoli di questa “scorciatoia”. Continua a leggere