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Cercasi babysitter… per mamma e papà

di Zita Salmastri*

Non avendo figli, posso solo immaginare quanto sia delicato il momento in cui i genitori sono costretti, per motivi di lavoro o di altra natura, ad affidarli a una babysitter.

Di sicuro si procederà a una selezione il più rigorosa possibile, allo scopo di individuare la persona migliore per il proprio bambino. È probabile che si commettano degli errori, o che per qualche ragione non ci si senta soddisfatti della scelta effettuata. Oppure potrebbe semplicemente capitare che, a un certo punto, la preziosa giovane donna alla quale si è delegato il compito di cambiare i pannolini, preparare la pappa e inventare storie e giochi sempre nuovi per intrattenere l’adorato pupo nelle lunghe ore di lontananza forzata, molli quest’ultimo al suo destino magari perché ha deciso di fare il giro del mondo.

Eventi del genere, ne sono sicura, scatenano il panico in famiglia: è complicato e faticoso per motivi pratici e psicologici mettersi in cerca di una persona nuova, anche questa, come la precedente, da scegliere con il massimo scrupolo prima di essere certi ancora una volta di poterle affidare il proprio pargolo.

Eppure, vi garantisco, c’è di peggio. A farmi trarre una simile conclusione, è stato l’istruttivo approfondimento che il numero 3 – Estate 2021 di Prospettive Sociali e Sanitarie, ha dedicato al pianeta “badanti”, le babysitter dei nostri anziani, le mamme e i papà di molte e molti cinquantenni alla ricerca costante della formula magica che permetta loro di tenere insieme figli, lavoro, mantenimento di una decente forma fisica e altre aspirazioni più e meno appropriate all’età anagrafica raggiunta. Continua a leggere

Ritorno alle relazioni

In occasione del 50º anno di pubblicazione di PSS, il 2020, abbiamo chiesto a componenti della redazione e del comitato scientifico di scrivere, ognuno per il suo tema, le proprie riflessioni relativamente al difficile percorso di questi mesi nell’ambito delle politiche e dei servizi sociali.

La risposta è stata immediata e positiva e ora siamo lieti di proporvi i loro contributi, raccolti in questo inserto speciale che apre l’ultimo fascicolo dell’anno. Presentiamo qui l’editoriale del fascicolo.

di Sergio Pasquinelli* e Francesca Pozzoli**

Come cambierà il welfare, come cambieranno i servizi di domani? Ce lo stiamo chiedendo in tanti, ma la risposta non c’è. Nella fase dell’emergenza acuta di questo disgraziato 2020 i servizi sociali hanno agito una prima linea del fronte, meno evidente di quella sanitaria ma non meno drammatica. Attraversiamo ora il lento guado di una convivenza con il virus: non sappiamo quanto lungo, né dove ci condurrà. Ma alcune cose, di ciò che sta cambiando, le abbiamo apprese. Continua a leggere

Letture ad alta voce

SAMSUNGdi Patrizia Taccani*

Leggo: “Nel 2012 il 73,3% delle coppie che si sono separate avevano figli. E per i divorzi le coppie con figli erano il 66,2% del totale. Solo il 48,7% delle separazioni e il 33,1% dei divorzi riguardava coppie con un figlio minorenne.”   Non mi stupiscono le percentuali in sé, quanto l’avverbio “solo” posto a suggerirci il valore di una misura, di una quantità. Riformulo a modo mio: quasi la metà delle coppie separate e un terzo di quelle divorziate aveva figli minori.

Allora ai miei occhi compare una nutrita schiera di bambini e ragazzi che si sono trovati coinvolti in una vicenda molto difficile sia da comprendere sia da gestire a livello emotivo. Fossero anche pochi il disagio individuale andrebbe comunque intercettato. La psicologa Alba Marcoli che dedicò la sua professione a prendersi cura delle difficoltà famigliari mise in luce nei suoi testi come, con la separazione della coppia, tutti i membri affrontino un profondissimo lutto. È pur vero che ciascuno si trova a gestire questa sofferenza con risorse e strumenti ben diversi. In una certa misura lo spaesamento degli adulti, che pure c’è, ha avuto una fase “preparatoria” a livello sia razionale sia emotivo. Per il minore, soprattutto se bambino di piccola età, lo scenario della propria quotidianità cambia senza preavviso ed egli si trova ad affrontare un’esperienza dove nulla è più come prima. Questo succede anche al figlio preadolescente, a quello adolescente che hanno però capacità più mature di interlocuzione con i genitori, e non solo con loro. Lo spaesamento è lo stesso, sentimenti forti come dolore, rabbia, paura, vergogna, senso di colpa possono nascere analogamente nel bambino molto piccolo e nel ragazzo vicino alla maggiore età: diverse saranno le manifestazioni di disagio e il modo di affrontarlo. E poi, lo sappiamo, ogni famiglia costruisce la sua peculiare storia e ciascuna storia va vista nella sua unicità. Continua a leggere

Immaginabili risorse: disabilità e valore sociale

di Maurizio Colleoni*

img2016imrisImmaginabili Risorse: un’idea “provocatoria”?

La convenzione Onu sulla disabilità, approvata anche dal nostro parlamento, si basa su un principio di fondo importante che, grosso modo, suona così: le persone con disabilità hanno gli stessi diritti di tutte le altre persone, entrando poi nel dettaglio di questa affermazione così impegnativa.

Vorrei partire da qui per presentare e discutere un punto di vista attorno alla disabilità, rappresentato dalla rete di “Immaginabili risorse”, un circuito di realtà che si è aggregato attorno ad una idea particolare. L’idea che si possa contribuire a concretizzare il principio appena esposto attraverso il coinvolgimento e la partecipazione delle persone con disabilità, e di chi si occupa di loro (in particolare i servizi diurni e residenziali) al miglioramento della qualità della convivenza nei nostri contesti di territorio. Continua a leggere