In una società adultocentrica

di Francesca Longobardi*

Stefania Span+¦

Illustrazione ad opera di Stefania Spanò

Il convegno “Recuperare i ‘cattivi’, ma noi siamo veramente buoni?, organizzato dal Centro Studi Hansel e Gretel di Moncalieri e svoltosi a Torino il 30 ed il 31 gennaio, mi ha incoraggiato a riflettere su quali parametri vengano assunti per valutare, soprattutto dall’opinione pubblica ma non solo, il rapporto genitori/figli. In chi ci si immedesima? Quale punto di vista viene adottato?

Prima di proseguire con la trattazione, consiglio la lettura dello storify realizzato durante il convegno sopracitato.

Claudio Foti (psicologo, psicoterapeuta, psicodrammatista, fondatore e direttore scientifico del Centro Studi Hansel e Gretel) sostiene che viviamo in una società adultocentrica. E come dargli torto. La comunità adulta privilegia spesso i propri interessi e bisogni a scapito degli interessi e dei bisogni dei bambini e degli adolescenti.

Di questo adultocentrismo ne vediamo gli effetti dovunque: sui giornali, in televisione, parlando con le persone ed anche nei servizi sociali (almeno in alcuni). Siamo convinti che il legame familiare non debba rompersi, ma ci chiediamo quali siano i desideri del figlio? Se un padre (o una madre) vive un’esperienza decennale in carcere per aver commesso un grave reato contro la persona, ci domandiamo se il figlio abbia voglia di andare a trovare il genitore? E se i figli vengono allontanati dai genitori dall’autorità giudiziaria, riusciamo sì a capire la sofferenza dei genitori, ma siamo in grado di comprendere quella dei figli per aver subito maltrattamenti da quegli stessi genitori addolorati? Ed ancora, se una madre si è allontanata dal domicilio per proteggere sé ed il proprio figlio da maltrattamenti, può il legame padre-figlio sospendersi a scapito di una bigenitorialità a tutti i costi?

Non possiamo sottrarci – scrive Claudio Foti, in “Per una critica dell’adultocentrismo” – ad una riflessione critica ed autocritica sulla tendenza che caratterizza le istituzioni della nostra comunità e ci caratterizza in qualità di genitori, educatori, operatori, professionisti dell’infanzia, a costruire alleanze e solidarietà tra interessi adulti, identificandoci, soltanto in maniera intermittente e inadeguata con il bambino maltrattato, finendo per rimuovere la percezione della sua sofferenza e per rendere la sua posizione disperatamente isolata, debole e perdente”.

Le insicurezze e le frustrazioni vengono celate e la razionalità prevarica sull’emotività. L’incapacità di inquadrare il mondo dal punto di vista anche (e non solo) dell’infanzia, di indossare gli occhiali dell’innocenza e della dipendenza (quella che un bambino ha nei confronti dei propri genitori) fa sì che ci sia un dominio dell’adulto sul bambino.

Il minore iperattivo, con difficoltà di apprendimento, che assume comportamenti disturbanti la quiete scolastica, viene talvolta definito “cattivo”, facendo così cadere la responsabilità totalmente su di lui e deresponsabilizzando i genitori e le figure adulte di riferimento. Non si scavano le cause profonde che inducono il bambino a comportarsi in quel modo, ma lo si colpevolizza facendogli credere di essere fallato, rotto, sbagliato.

Affermare – scrive Foti, nel volume “Il maltrattamento invisibile. Scuola, famiglia, istituzioni” (Edizione FrancoAngeli) – che il bambino è innocente significa prendere atto che le distorsioni patologiche della sua crescita non dipendono dai suoi ‘ingorghi libidici’, bensì dalle mancate risposte di sostegno dell’ambiente familiare.

La società odierna, continuamente, fornisce alle nuove generazioni stimoli che minano la loro innocenza e spensieratezza. Le case, almeno quelle, dovrebbero essere un porto sicuro in cui venga riconosciuto il bambino e la sua capacità di agire (agency).

Partiamo, ad esempio, dall’ascolto…

Per maggiori info: http://www.cshg.it/adultocentrismo-il-mondo-dominato-dagli-adulti.html

* Assistente sociale, giornalista pubblicista, formatrice e appassionata di IT

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *